La storia degli Emirati Arabi inizia con tracce di insediamenti abitativi già in Epoca Preistorica. In quell’epoca, non esistevano altro che piccoli villaggi dediti all’agricoltura e alla pastorizia.
L’interesse dell’occidente per queste aree geografiche iniziò nel 325 a.C. con le testimonianze a seguito delle campagne esplorative di Alessandro Magno. Il quale raggiunse tali insediamenti con le sue flotte navigando dall’India attraverso il golfo. Successivamente nel 250 a.C. il controllo di quest’area marittima, passò sotto l’egemonia dell’Impero Persiano che ebbe vita fino all’avvento dell’Islam.
Nel periodo Islamico i territori del Golfo vissero lo sviluppo economico dell’area, in particolare dei poli portuali posizionati sulla costa. Le attività principali ruotavano attorno al commercio ed alla pesca delle Perle. Invece nelle aree interne era diffusa la coltivazione della palma da dattero. Inoltre si rafforzarono le rotte che percorrevano la via dell’incenso. Nonostante le rigide imposizioni della religione Islamica, l’interesse e lo scambio culturale per l’occidente subì un notevole incremento. I più attivi nella zona furono le flotte Portoghesi che frequentarono queste acque per tutto il 1500. Evidenti sono le influenze architettoniche di questo periodo ad Al Ain, Patrimonio UNESCO.
Il fiorire del commercio permise ad alcune famiglie di diventare sempre più potenti. Il controllo fu esteso su porzioni sempre più vaste di territorio ed i singoli capi famiglia si auto-proclamarono Emiri. Questi sono i meccanismi che hanno contribuito a definire gli stati così come li conosciamo oggi. I Turchi e Inglesi avevano grandi rapporti commerciali con gli emiri locali. Infatti l’ottocento ed il novecento furono la consacrazione dei rapporti commerciali tra i giovani Emirati e le principali potenze economiche mondiali. In questo periodo, la principale fonte di reddito era il mercato delle perle. Tuttavia il settore entrò in crisi nel 1930 quando la forte concorrenza ne limitò i profitti. I vari Emirati dovettero puntare su altro e l’abbondanza di petrolio fu il loro vero grande alleato. L’oro nero avrebbe quindi cambiato per sempre la Storia degli Emirati.
Nei primi anni '60, le riserve di petrolio furono scoperte nel territorio dell'emirato di Abu Dhabi, un evento che portò la rapida unificazione degli sceiccati. Zayed bin Sultan Al Nahyan divenne sovrano di Abu Dhabi nel 1966: sotto il suo regno, gli inglesi iniziarono a perdere i loro investimenti petroliferi, che vennero rimpiazzati molto presto dalle compagnie petrolifere statunitensi.
Gli sceicchi degli Emirati decisero di formare un consiglio per coordinare le questioni dell'Unione. Formarono il Consiglio degli Stati della Tregua, e nominarono Sheikh Rashid bin Saeed Al Maktoum consulente legale, in qualità di Segretario Generale e Consigliere giuridico del Consiglio. Il Consiglio è stato sciolto una volta che gli Emirati Arabi Uniti furono formati.
Nel 1968, il Regno Unito annunciò la decisione di porre fine al protettorato britannico. I nove (i sette emirati più il Qatar ed il Bahrain) tentarono di formare un'unione, ma non ci riuscirono. Il Bahrain diventò indipendente nel mese di agosto mentre il Qatar nel settembre 1971.
I sovrani di Abu Dhabi e Dubai decisero quindi di formare un'unione tra i due emirati, di preparare una costituzione (scritta il 2 dicembre 1971), e quindi di chiamare i governanti degli altri cinque emirati ad una riunione e offrire loro la possibilità di aderire dalla nuova Confederazione. In data 2 dicembre 1971, presso il Palazzo Guesthouse di Dubai, quattro altri emirati hanno deciso di entrare nei neonati Emirati Arabi Uniti. L'emirato di Ras al-Khaimah si unì dopo il 1971, all'inizio del 1972.
Nel Bahrain nel 1973 entrò in vigore una costituzione che introdusse la monarchia costituzionale; due anni dopo però il parlamento fu sciolto e s’impadronì del potere lo sceicco al-Khalifah, che introdusse un governo di tipo assolutistico. Entrato più volte in conflitto con il Qatar per ragioni territoriali, il Bahrein stabilì relazioni sempre più strette con gli Stati Uniti: dapprima durante gli anni del lungo conflitto tra Iran e Iraq (1980-88) e poi durante la prima guerra del Golfo (1991), in cui il piccolo emirato arabo prese posizione per lo schieramento internazionale guidato dagli USA, fornendo a esso supporto tecnico e logistico.
Accanto allo sfruttamento delle risorse petrolifere, a partire dagli anni Novanta il Bahrain favorì progressivamente la diversificazione della propria economia, puntando soprattutto sul turismo, sull’industria navale e sulla finanza. Nel 1995-96 la povertà degli strati inferiori, a maggioranza sciita, provocò gravi disordini, cui il governo rispose con una dura repressione. Ma la crisi impose al regime di dare una svolta alla struttura del paese: nel 2001, all’indomani della salita al potere di re Hamad ibn Isa al-Khalifah, fu promosso un referendum per approvare una nuova costituzione in vista della trasformazione dell’emirato in una monarchia costituzionale, proclamata nel 2002.
La presenza militare statunitense nell’area favorì un progressivo rafforzamento delle relazioni bilaterali con l’Arabia Saudita e, al contempo, contribuito a un allentamento delle tensioni con il Qatar.